giovedì 28 maggio 2020

Utopia e morale STEP #19



Tutte le utopie proposte nella storia del pensiero filosofico si caratterizzano anche per la radicale critica dell’attualità, presentandosi come denuncia delle ingiustizie e dei vizi per la cui soluzione viene proposto un nuovo modello di società, che sostituisce quella esistente ritenuta responsabile del degrado morale degli individui e l’utopia viene proposta anche allo scopo di superare i vizi e la corruzione, coniugando giustizia sociale e virtù individuale.
Tra queste Utopìa è un romanzo di Thomas More, in cui è descritto il viaggio immaginario di Raffaele Itlodeo (Raphael Hythlodaeus nell'originale) in una fittizia isola-repubblica, abitata da una società ideale.
In Utopia, si ha il progetto di una nazione ideale e vengono trattati argomenti come la filosofia, la politica, il comunitarismo, l'economia, l'etica e, più specificatamente, l'etica medica.
Nella prima parte, Moro presenta l'Inghilterra del XV secolo.Nella seconda parte, invece, avviene la narrazione del viaggio che Raffaele Itlodeo, viaggiatore-filosofo, compie per primo nell'isola di Utopia, una societas perfecta, creata dal suo primo re, Utopo, che con un'opera titanica tagliò l'istmo che la congiungeva con il continente.
Utopia è divisa in 54 città (che rimandano alle 54 contee inglesi), tra le quali la capitale Amauroto. Utopia, a differenza dell'Inghilterra, ha saputo risolvere i suoi contrasti sociali, grazie ad un innovativo sistema di organizzazione politica: la proprietà privata è abolita, i beni sono in comune, il commercio è pressoché inutile, tutto il popolo inoltre è impegnato a lavorare la terra circa sei ore al giorno, fornendo all'isola tutti i beni necessari. Il resto del tempo deve essere dedicato allo studio, in particolare delle scienze naturali e delle filosofie morali, e al riposo. In questo modo, la comunità di Utopia può sviluppare la propria cultura e vivere in maniera pacifica e tranquilla.
L'isola è governata da un principe che ha il potere di coordinare le varie istituzioni e di rappresentare il suo popolo. Il governo è affidato a magistrati eletti dai rappresentanti di ogni famiglia, mentre vige il principio (rivoluzionario per l'epoca) della libertà di parola e di pensiero e soprattutto della tolleranza religiosa, che tuttavia si esprime solo verso i credenti: gli atei non sono puniti, ma sono circondati dal disprezzo degli abitanti di Utopia e sono loro precluse le cariche pubbliche.
L'isola si basa su una struttura agricola ed è proprio l'agricoltura a fornire i beni utili per industrie, artigianato, ecc. Si produce solo per il consumo e non per il mercato. Oro e argento sono considerati privi di valore e i cittadini non possiedono denaro ma si servono dei magazzini generali secondo le necessità. La città è pianificata in modo tale che tutti gli edifici siano costruiti in egual modo. Esiste la schiavitù per chi commette dei reati. Anche il numero dei figli è stabilito in modo tale che rimanga lo stesso numero di persone. I figli sono accuditi e allevati in sale comuni e sono le stesse madri a occuparsene. Gli utopiani trascorrono il loro tempo libero leggendo classici e occupandosi di musica, astronomia e geometria.

Quella di Moro è l’utopia di un umanista, che esalta i valori morali e la virtù civica, disprezza l’insegnamento della scolastica e le regole del mondo feudale e il guadagno fine a stesso. Questa dimensione etica traspare spesso nelle pagine dell’opera. Non a caso la pietà è la maggior virtù degli abitano di Utopia, che trattano con umanità schiavi e criminali e cercano in tutti i modi di evitare le crudeltà della guerra.

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