sabato 11 aprile 2020

La morale nei dialoghi platonici STEP #8

La dottrina, che si propone di stabilire criteri razionali per esprimere un giudizio di valore riguardo l'agire umano è la morale. Questo tema viene affrontato da Platone nel VI libro del dialogo "La Repubblica", dove il filosofo afferma che per lui il bene è il Sole, perchè come il sole con la sua luce dà visibilità alle cose, così il Bene dà intelligibilità alle idee, cioè rende possibile alle idee di essere capite e come il sole con la luce dà capacità visiva all'occhio così il Bene dà intelligenza, capacità di capire all'anima. Secondo Platone, i beni sono di due specie: umani e divini. Detto altrimenti, vi sono almeno due modi principali di interpretare il Bene: la modalità meramente "umana" consiste nel ridurre il Bene a ciò che è utile e vantaggioso per gli umani. Si ha così una concezione relativistica, utilitaristica ed antropocentrica del Bene.
Ma il Bene in sé stesso, il Bene che trascende perfino l'essenza ha una configurazione ben più ampia, anzi illimitata, sottraendosi ai condizionamenti umani: per questo ha carattere divino, ed è per lo più considerato il Primo Dio.
La prima delle due accezioni del Bene emerge nel seguente passo in cui Socrate mostra a Glaucone e ad Adimanto l'interpretazione da parte dei sofisti del bene:


" [...]«Ma tu sai anche che per il volgo il bene consiste nel piacere, per le persone più colte nell'intelligenza».
.«Come no?» «E sai anche, caro amico, che quelli che la pensano così non sanno spiegare che cos'è l'intelligenza, ma alla fine sono costretti a dire che è l'intelligenza del bene».
«E fanno proprio ridere!», esclamo.
«E può non essere ridicolo», domandai, «che ci rinfaccino di non conoscere il bene e poi ce ne parlino come se lo conoscessimo? Dicono che è l'intelligenza del bene, come se comprendessimo che cosa intendono quando pronunciano la parola bene».
«Verissimo», rispose.
«E che dire di quelli che identificano il bene con il piacere? Sono forse meno pieni di errore degli altri? O non sono costretti anche loro ad ammettere che esistono piaceri cattivi?» «Sicuro!».
«Perciò accade loro di ammettere, credo, che le medesime cose sono buone e cattive. O no?» «Certamente»."

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