sabato 4 aprile 2020

Favole e Morale STEP #6

Il genere letterario che rappresenta per eccellenza la morale è la favola, dal latino "fabula", che indicava in origine una narrazione di fatti inventati, spesso di natura leggendaria o mitica; infatti la favola è accompagnata da una "morale", ossia un insegnamento relativo a un principio etico o un comportamento, che spesso è formulato esplicitamente alla fine della narrazione (anche in forma di proverbio); la morale nelle fiabe in genere è sottintesa e non centrale ai fini della narrazione. 
In particolare sono le favole di Esopo, e poi di Fedro, le principali contenenti degli insegnamenti, atti a educare i giovani ai valori della vita, a comportarsi nel modo giusto e a rifuggire il pericolo e le cattive azioni. Una delle più famose è la favola della volpe e l'uva, riportata di seguito.

Una volpe affamata vide dei grappoli d’uva che pendevano da un pergolato, e tentò di afferrarli. Ma non ci riuscì. "Robaccia acerba!" disse allora tra sé e sé; e se ne andò. Così, anche fra gli uomini, c’è chi, non riuscendo per incapacità a raggiungere il suo intento, ne dà la colpa alle circostanze.

Esopo, XXXII; Fedro, IV, 3.

In questo racconto è molto evidente la presenza della morale, ossia che non bisogna disprezzare ciò che non si può ottenere. Questo comportamento della volpe è una tipica abitudine di quelle persone che non riescono ad ammettere di non essere portati per fare un determinato lavoro e mentono dando la colpa ad altro, spregiandolo. Ad esempio, chi vorrebbe vincere ma uscendone alla fine sconfitto nega di aver desiderato la vittoria, oppure disprezza il premio mancato. Da ciò si può trarre l'insegnamento che senza impegno ed umiltà diventa impossibile raggiungere grandi obiettivi nella vita.




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