domenica 29 marzo 2020

Antigone e l'eterno dilemma morale STEP #4

I miti nascono come patrimonio delle tradizioni e come modo per trasmetterle e insegnare i comportamenti corretti all'interno della comunità in cui nascono. Le tradizioni morali e ciò che veniva considerato giusto venivano esemplificate in forma narrativa per renderle più comprensibili e facili da ascoltare, devi , si pensi, per esempio, che la cultura greca è stata a lungo una cultura prettamente orale e quindi erano necessari metodi per raggiungere, coinvolgere e far ricordare l'insegnamento. Di conseguenza la morale è una caretteristica fondamentale di tutti i miti, il mezzo attraverso cui veniva dato un insegnamento.
Il mito di Antigone, rappresentato per la prima volta da Sofocle ad Atene nel 442a.C., si distuingue dagli altri miti perchè ha nella morale il suo tema principale e non solo un mezzo. Infatti quella di Antigone è la storia di un eterno dilemma morale tra la legge divina e la legge terrena.
Sorella di Ismene, Eteocle e Polinice, era nata come loro dall’unione incestuosa tra Edipo e la madre di questi, Giocasta. Accompagnò suo padre debole e cieco nella miseria del lungo pellegrinaggio con cui cercava di espiare i suoi delitti e rimase con lui finché non scomparve nel bosco di Colono. Allora tornò a Tebe, su cui regnava suo zio Creonte. Qui le toccò di assistere al sanguinoso conflitto tra i suoi due fratelli: Eteocle, che difendeva la città, e Polinice, che l’assaliva, aiutato dai suoi amici. I due si uccisero reciprocamente: Creonte ordinò che Eteocle fosse sepolto con ogni onore, e Polinice, l’aggressore, rimanesse insepolto. Antigone non volle ubbidire a questo decreto, che andava contro le leggi della religione e della pietà, e cosparse il corpo del fratello con una simbolica manciata di polvere. Allora Creonte la murò viva. Ne seguì la rovina di tutto il casato: Antigone si impiccò; il figlio di Creonte, Emone, suo promesso sposo, si uccise; la madre di Emone non resse al dolore e morì. A Creonte, responsabile di questo massacro, non rimase che suicidarsi.
Da qui emerge il dilemma della protagonista, se onorare il fratello, seppellendolo, seguendo la sua morale, o onorare la patria, lasciando il fratello insepolto.
Da "Il nomotropismo di Antigone" di Paolo di Lucia "Il dilemma morale di Antigone consiste nella impossibilità materiale per Antigone di adempiere congiuntamente due doveri (deontici), che, materialmente, non sono congiuntamente adempibili: il dovere di onorare il fratello seppellendone le spoglie, e il dovere di onorare la patria" perchè "qualunque cosa lei faccia, commette un atto che non deve fare; qualunque cosa lei non faccia, omette un atto che deve fare".


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