venerdì 12 giugno 2020

La morale STEP #24

La morale ha sempre fatto parte della vita dell'uomo sin dai tempi antichi. Infatti il termine, così come lo conosciamo oggi, nasce nell'antica Roma, anche se presente già nella mitologia greca e nei dialoghi platonici in cui il filosofo distingue il bene umano da quello divino. Molto spesso la morale viene confusa con l'etica sebbene si differenzino per il fatto che la prima rappresenta l'insieme di tutte le norme che regolano le azioni, mentre la seconda contiene anche una riflessione su queste.
 La morale viene affrontata, oltre che nella filosofia, anche nella letteratura sia per quanto riguarda il genere narrativo, come ad esempio nella favola, dove assume il significato di insegnamento, sia in quello poetico, come nel componimento "Morale di stella" di Nietzsche. È un tema affrontato anche nella cronaca, sia passata che recente, come per quanto riguarda la recente pandemia, che ci ha posti davanti al dilemma di dover scegliere tra i pazienti. 
Possiamo considerare come testimonial perfetto da associare alla parola morale Immanuel Kant che nella sua opera "Critica della Ragion Pratica" sviluppa il tema di una morale assoluta e incondizionata. Nel XIX secolo il tema viene poi sviluppato da Nietzsche che opera una distinzione tra morale del servo e morale del signore. Sempre in ambito filosofico,  qualche secolo prima Tommaso Moro aveva scritto "Utopia" in cui il cambiamento dei valori morali spinge alla creazione di un nuovo tipo di società. Il tema morale viene poi affrontato nel mondo delle arti figurative, nel cinema, come ad esempio in uno spezzone de "Il diario di Anna Frank", e viene addirittura usato anche negli spot pubblicitari.
Anche Leopardi affronta questo tema sia nelle "Operette morali" che nello "Zibaldone" in cui il poeta fa una distinzione tra morale e politica. 
Per ultimo inoltre il termine "morale" ha a che fare anche con l'ingegneria proprio perchè indica un travicello di legno usato in ambito navale.

domenica 7 giugno 2020

Mappa concettuale STEP #23


"DILEMMA" STEP #22

EPISODIO 1

Francesco Marconi è un avvocato di successo che lavora per un prestigioso studio legale di Roma, lo studio Venturi. 
Egli conduce una vita felice con sua moglie Giovanna, uno tra i più importanti investigatori della Capitale, e i suoi due figli, e con una carriera molto brillante caratterizzata dalle numerose vittorie legali. Tuttavia la sua vita verrà sconvolta per sempre.
Francesco ha appena vinto una causa molto importante quando, appena tornato a casa, apprende dai notiziari che il deputato Giuliano Galli è stato coinvolto in un incidente stradale che ha causato la morte di un giovane studente liceale.
A doverlo difendere è lo studio Venturi e l'incarico è affidato proprio a Francesco, che deve difenderlo dall'accusa di omicidio colposo. Egli riesce, grazie alle sue incredibili doti forensi, a far assolvere il politico e a far accusare la madre del giovane per negligenza.

E' da questo momento che dentro Francesco nasce un grande dilemma morale, un rimorso che lo porta a riflettere sul fatto di aver compiuto una scelta giusta nell'accettare questo caso. 


EPISODIO 2

Il dilemma morale del protagonista si acuisce dal momento il cui Alessia, la madre del ragazzo morto, si presenta a casa di Francesco e si toglie la vita con un colpo di pistola alla testa proprio davanti a lui. E' proprio in quel momento che l'avvocato ripensa al suo percorso lavorativo e al fatto che lui abbia difeso, la maggior parte delle volte, persone che non avrebbero meritato di continuare a vivere la propria vita come se fossero innocenti e non avessero mai compiuto nulla di sbagliato.
Tormentato dal senso di colpa, Francesco decide di abbandonare lo studio Venturi e la sua famiglia, dal momento in cui non riesce neanche più a guardare in faccia sua moglie e i suoi figli, e apre uno studio tutto suo, lo studio Marconi, insieme a Carlo, suo compagno di corso all'università. Con la nascita di questo studio egli si prefigge il compito di dedicarsi alla difesa dei più deboli e dei più poveri, e vede come suoi avversari, la maggior parte delle volte, proprio lo studio Venturi.
Tra i primi casi che si ritrova a dover affrontare c'è la difesa di un orfanotrofio contro una società che vuole abbatterlo per costruirci un centro commerciale.


EPISODIO 3

 Lo studio Marconi perde il processo, ma Francesco non si arrende e continua, notte e giorno, a studiare il caso in modo da poter salvare l'orfanotrofio. Si reca persino nel suo vecchio studio per cercare di convincere i suoi ex colleghi a lasciare il caso e ad andare dalla parte del giusto, ma fallisce miseramente accorgendosi che tutti coloro che lavorano lì lo fanno solo per il  denaro e non per il desiderio di giustizia.

Nel frattempo Francesco, ritornato dalla sua famiglia, pensa a tutto ciò che ha fatto, se ciò sia giusto o no, quando Giovanna gli dice ha condotto del ricerche per suo conto sul giudice incaricato del caso e che ha scoperto delle conversazioni avvenute tra questo e Antonio Franco, capo della società che avrebbe dovuto costruire il centro commerciale al posto dell'orfanotrofio. I due coniugi continuano le ricerche e scoprono definitivamente che il giudice era stato corrotto, riuscendo anche a procurarsi delle prove, di modo che lo studio Marconi riesce a vincere il caso e a dimostrare che la giustizia e le azioni morali vincono sul male e sulla corruzione.

mercoledì 3 giugno 2020

Morale ed Etica STEP #21

Spesso etica e morale sono usati come sinonimi e in molti casi è un uso lecito, ma è bene precisare che una differenza esiste: “Etica” deriva dal greco ethos, che sta a significare il comportamento che l’uomo apprende dall’ambiente socio-politico in cui vive (esempi ne siano la famiglia e lo Stato) . “Morale” è un termine latino, da mos , all’incirca il corrispettivo del greco ethos. Pur partendo dallo stesso significato etimologico i due termini hanno seguito percorsi linguistici divergenti. Si tratta di capire quando possiamo parlare di “etica” e quando invece dovremmo parlare di “morale”. Del resto Wittgenstein diceva che tutti i problemi filosofici in realtà sono problemi linguistici. Infatti la morale corrisponde all'insieme di norme e valori di un individuo o di un gruppo, mentre l'etica, oltre a condividere questo insieme, contiene anche la riflessione speculativa su norme e valori. Se la morale considera le norme e i valori come dati di fatto, condivisi da tutti, l'etica cerca di dare una spiegazione razionale e logica di essi.

giovedì 28 maggio 2020

La morale nello Zibaldone STEP #20

Nello Zibaldone Leopardi espone delle osservazioni sulla morale e sulla politica. Egli afferma che sebbene la morale per se stessa sia ben più importante della politica, essa è comunque una scienza puramente speculativa, in quanto è separata dalla politica, infatti "la vita, l'azione, la pratica della morale, dipende dalla natura delle istituzioni sociali, e del reggimento della nazione: la morale è una scienza morta se la politica non cospira con lei e non la fa regnare nella nazione". Afferma che la morale anche se venisse insegnata ad un popolo mal governato non sarebbe d'aiuto perchè "la morale è un detto, la politica un fatto", infatti la vita domestica, la società privata, qualunque cosa umana prende la sua forma dallo stato pubblico di un popolo, dalla politica. Inoltre, secondo Leopardi, sebbene la politica necessiti di una maggiore profondità di riflessioni rispetto alla morale, essa "offre un campo più facile agli intelletti più volgari". Il poeta conclude la sua riflessione affermando che la principale differenza tra la morale e la politica sta nel fatto che la morale spetta all'individuo mentre la politica alla nazione e al mondo.

Utopia e morale STEP #19



Tutte le utopie proposte nella storia del pensiero filosofico si caratterizzano anche per la radicale critica dell’attualità, presentandosi come denuncia delle ingiustizie e dei vizi per la cui soluzione viene proposto un nuovo modello di società, che sostituisce quella esistente ritenuta responsabile del degrado morale degli individui e l’utopia viene proposta anche allo scopo di superare i vizi e la corruzione, coniugando giustizia sociale e virtù individuale.
Tra queste Utopìa è un romanzo di Thomas More, in cui è descritto il viaggio immaginario di Raffaele Itlodeo (Raphael Hythlodaeus nell'originale) in una fittizia isola-repubblica, abitata da una società ideale.
In Utopia, si ha il progetto di una nazione ideale e vengono trattati argomenti come la filosofia, la politica, il comunitarismo, l'economia, l'etica e, più specificatamente, l'etica medica.
Nella prima parte, Moro presenta l'Inghilterra del XV secolo.Nella seconda parte, invece, avviene la narrazione del viaggio che Raffaele Itlodeo, viaggiatore-filosofo, compie per primo nell'isola di Utopia, una societas perfecta, creata dal suo primo re, Utopo, che con un'opera titanica tagliò l'istmo che la congiungeva con il continente.
Utopia è divisa in 54 città (che rimandano alle 54 contee inglesi), tra le quali la capitale Amauroto. Utopia, a differenza dell'Inghilterra, ha saputo risolvere i suoi contrasti sociali, grazie ad un innovativo sistema di organizzazione politica: la proprietà privata è abolita, i beni sono in comune, il commercio è pressoché inutile, tutto il popolo inoltre è impegnato a lavorare la terra circa sei ore al giorno, fornendo all'isola tutti i beni necessari. Il resto del tempo deve essere dedicato allo studio, in particolare delle scienze naturali e delle filosofie morali, e al riposo. In questo modo, la comunità di Utopia può sviluppare la propria cultura e vivere in maniera pacifica e tranquilla.
L'isola è governata da un principe che ha il potere di coordinare le varie istituzioni e di rappresentare il suo popolo. Il governo è affidato a magistrati eletti dai rappresentanti di ogni famiglia, mentre vige il principio (rivoluzionario per l'epoca) della libertà di parola e di pensiero e soprattutto della tolleranza religiosa, che tuttavia si esprime solo verso i credenti: gli atei non sono puniti, ma sono circondati dal disprezzo degli abitanti di Utopia e sono loro precluse le cariche pubbliche.
L'isola si basa su una struttura agricola ed è proprio l'agricoltura a fornire i beni utili per industrie, artigianato, ecc. Si produce solo per il consumo e non per il mercato. Oro e argento sono considerati privi di valore e i cittadini non possiedono denaro ma si servono dei magazzini generali secondo le necessità. La città è pianificata in modo tale che tutti gli edifici siano costruiti in egual modo. Esiste la schiavitù per chi commette dei reati. Anche il numero dei figli è stabilito in modo tale che rimanga lo stesso numero di persone. I figli sono accuditi e allevati in sale comuni e sono le stesse madri a occuparsene. Gli utopiani trascorrono il loro tempo libero leggendo classici e occupandosi di musica, astronomia e geometria.

Quella di Moro è l’utopia di un umanista, che esalta i valori morali e la virtù civica, disprezza l’insegnamento della scolastica e le regole del mondo feudale e il guadagno fine a stesso. Questa dimensione etica traspare spesso nelle pagine dell’opera. Non a caso la pietà è la maggior virtù degli abitano di Utopia, che trattano con umanità schiavi e criminali e cercano in tutti i modi di evitare le crudeltà della guerra.

mercoledì 27 maggio 2020

Nietzsche e la morale STEP #18


Moralità signore-servo - WikipediaNella filosofia contemporanea il tema morale viene svolto da Friedrich Nietzsche, in particolare in "Genealogia della morale".  Nietzsche sosteneva che vi erano due tipi fondamentali di moralità: la morale del signore e la morale del servo. La moralità del padrone pesa azioni su di una scala di conseguenze buone o cattive, a differenza della morale dello schiavo, che pesa le azioni su una scala di intenzioni buone o cattive. Ciò che Nietzsche intende per "moralità" si discosta dalla comune comprensione di questo termine.
Per Nietzsche, una determinata morale è inseparabile dalla formazione di una cultura particolare. Ciò significa che il suo linguaggio, i codici, le pratiche, i racconti e le istituzioni sono informati dalla lotta tra questi due tipi di valutazione morale. 
Nietzsche definisce la morale del padrone come la moralità del tenace. Nietzsche critica la visione, che egli identifica con l'ideologia contemporanea britannica, che è bene tutto ciò che è utile, mentre tutto ciò che è male è ciò che è dannoso. Egli sostiene che questo punto di vista ha dimenticato le origini dei valori, e quindi chiama ciò che è buono utile per abitudine - ciò che è utile è sempre stato definito come buono, quindi l'utilità è la bontà come un valore. Per questi uomini moralmente determinati, il buono è il nobile, forte e potente, mentre il cattivo è il debole, vile, timido e piccolo. L'essenza della moralità del padrone è la nobiltà. Altre qualità che sono spesso valutate nella morale del padrone sono l'apertura mentale, il coraggio, la sincerità, la fiducia e un senso preciso di autostima.
A differenza dei padroni, la morale degli schiavi è letteralmente ri-sentimento - rivalutando quelli che sono i valori del padrone. Questo allontana dalla valutazione di azioni basate sulle conseguenze per la valutazione delle azioni basate sull' "intenzione". Come la moralità del padrone ha origine nel forte, la morale degli schiavi ha origine nei deboli. Poiché la morale degli schiavi è una reazione contro l'oppressione, essa incattivisce i suoi oppressori. La morale degli schiavi è stata creata in opposizione ai valori che la moralità del padrone ritiene buoni. L'essenza della morale degli schiavi è l'utilità: il bene è la cosa più utile per tutta la comunità, non il forte.

La morale STEP #24

La  morale  ha sempre fatto parte della vita dell'uomo sin dai tempi antichi. Infatti il termine, così come lo conosciamo oggi,  nasce  ...